venerdì 20 agosto 2010

Calcio, esulta con la kippà: ammonito

Ha segnato e poi, pazzo di gioia, si è messo in testa una kippah rossa, il copricapo usato correntemente dagli ebrei osservanti maschi, per poi inginocchiarsi in mezzo al campo. Per questo è stato ammonito dall'arbitro, e adesso si scusa e vuole precisare.
È successo nel corso di Salisburgo-Hapoel Tel Aviv, match dei playoff di Champions League in cui gli ospiti si sono imposti per 3-2. A segnare la terza rete della sua squadra, quella decisiva, è stato l'attaccante israeliano Itay Shechter che poi ha festeggiato con la kippah e per questo si è visto sventolare in faccia il cartellino giallo dall'arbitro portoghese Pedro Preonta. Il regolamento Uefa, come anche quello della Fifa, punisce infatti, qualora vengano commessi, gli atti in cui nel corso di una partita viene manifestata in modo esplicito la propria fede religiosa, essendo il calcio, secondo i vertici dirigenziali della stessa Uefa, uno sport che deve rimanere apolitico ed areligioso. «Ma io non volevo provocare nessuno, e tanto meno avevo secondi fini - ha spiegato oggi Shechter, intervistato dall'edizione online del quotidiano Jewish Chronicle -. È successo semplicemente che all'aeroporto un tifoso mi ha dato una kippah con i colori (rosso e bianco) e lo stemma della nostra squadra. Allora - ha continuato Shechter - mi sono detto che me la sarei portata in campo, infilata in un calzettone, e che se Dio mi avesse permesso di segnare me la sarei messa in testa e avrei detto 'Shema Yisrael'. Non volevo provocare, ma in quel momento ho solo pensato a quanto sarebbe stato felice tutto il popolo giudeo a casa, guardando il match in televisione».

1 commento: