domenica 31 ottobre 2010

Hamas: chi spara razzi da Gaza verso Israele è un ribelle

Chiunque spari razzi dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano è da considerarsi un «ribelle». Per la prima volta sabato scorso un leader di Hamas si è espresso in questi termini. È stato Hamas Mahmoud Zahar a dirlo in un'intervista al quotidiano arabo 'Al Hayat'. Ha spiegato che Hamas intende rispettare l'accordo di cessate il fuoco raggiunto con Israele alla fine del 2008. «Abbiamo aderito alla tregua per rispettarla o per violarla? - si è chiesto Zahar -. Si aspettano che
applaudiamo le persone che si ribellano all'organizzazione?», riferendosi a chi lancia razzi violando la tregua. L'uomo forte di Hamas ha anche negato che la Siria e l'Iran
abbiamo minato i tentativi per giungere a una riconciliazione con il movimento rivale di Fatah, che governa la Cisgiordania, dicendo che si tratta di notizie «irrazionali». Smentite anche le accuse di violazioni sistematiche dei diritti umani da parte di Hamas nei Territori palestinesi. In merito alla condanna sugli spari da Gaza verso Israele si può pensare a una strategia di comunicazione da parte di Hamas o una effettiva volontà da parte di uno dei leader del partito estremista islamico di riportare il confronto entro binari pacifici. Non si sa dove possa essere la verità, ma di certo è la prima volta che esponenti di Hamas utilizzano toni più miti.

sabato 30 ottobre 2010

Pacco bomba nel tempio "gay" di Chicago

Un piccola sinagoga di Chicago, frequentata da gay, lesbiche e transessuali ebrei, era uno degli obiettivi dei 2 pacchi bomba spediti dallo Yemen da al Qaeda nella Penisola Arabica. E' quanto riporta la Cnn citando il cofondatore della congregazione "Or Chadash", Lili Kornblum.

giovedì 28 ottobre 2010

Netanyahu si fa l'Audi da 685 mila dollari

Avrà un valore complessivo di un milione di dollari e sarà così l'automobile più costosa mai transitata sulle strade di Israele la nuova Audi che la settimana prossima sarà consegnata al primo ministro Benyamin Bibi Netanyahu. Il modello in questione è una Audi A8 Security (del tipo W12), da dodici cilindri, il cui prezzo base è di 685 mila dollari. Su di esso sono stati applicati sistemi avanzati di
sicurezza che elevano il suo costo complessivo a un milione didollari.
L'automezzo dispone di un abitacolo corazzato capace di resistere a proiettili e a bombe a mano. Anche i pneumatici sono del resto a prova di proiettile. Gli sportelli hanno un meccanismo speciale che consente la loro espulsione all'esterno se le serrature si bloccassero. L'abitacolo passeggeri è collegato inoltre ad un sistema di emergenza che produce ossigeno ed ad un sistema automatico anti-incendio. Nei viaggi più lunghi il primo ministro di Israele potrà rilassarsi guardando film su uno schermo gigante. A portata di mano avrà peraltro il bar ed un mobiletto che in ogni momento ed in ogni temperatura garantirà la fragranza e la umidità corretta dei sigari. In passato anche un predecessore di Netanyahu, Yitzhak Rabin, destò scalpore in Israele quando ordinò la importazione di un'automobile estremamente costosa che avrebbe dovuto garantire al meglio la sua sicurezza. Ma il leader laburista fu poi
vittima di un attentato in una piazza di Tel Aviv, colpito alle spalle da due proiettili a pochi passi dalla limousine blindata.

mercoledì 27 ottobre 2010

Tremonti taglia il 30% dei fondi al Museo dell'Ebraismo. Della Seta: "Una vergogna"

«Un'autentica vergogna. Berlusconi e Tremonti con l'ultima Finanziaria riducono di
oltre il 30 per cento i fondi destinati al museo nazionale dell'Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, l'unica istituzione museale italiana che si occupi di coltivare e trasmettere la memoria degli ebrei italiani e del prezzo che
pagarono all'Olocausto».Lo spiega il senatore del Pd Roberto Della Seta, che aggiunge: «Si tratta di un altro bel regalo della logica tremontiana dei tagli lineari, che colpisce indiscriminatamente senza badare all'utilità sociale e culturale dei diversi destinatari di finanziamenti pubblici. In questo caso la scelta è particolarmente inaccettabile - prosegue -: decurtare uno stanziamento che ammontava a poche centinaia di migliaia di euro significa zero per le finanze pubbliche e invece pesa moltissimo sulla vita e l'attività del solo museo nazionale italiano dedicato alla Shoah. Mi auguro che il ministro Bondi, al quale ho rivolto un'interrogazione urgente - conclude il parlamentare - intervenga quanto prima per riparare a questo errore evidente».

domenica 24 ottobre 2010

Israele: Sinodo ostaggio della maggioranza anti-ebraica

Riporto un articolo dell'Ansa sulla reazione di Israele alla relazione del Sinodo per il Medio Oriente.

Dopo una pausa di riflessione di oltre 24 ore, Israele ha stasera denunciato con forza gli «attacchi politici» nei suoi confronti - condotti «nel segno della migliore tradizione della propaganda araba» - lanciati dal Sinodo per il Medio Oriente, appena conclusosi in Vaticano. In un comunicato dai toni perentori il viceministro degli Esteri Dany Ayalon ha manifestato «delusione» per la dichiarazione finale dei vescovi accusando il Sinodo di essere stato preso «in ostaggio di una maggioranza anti-israeliana»
fornendo «una tribuna per attacchi politici» contro lo Stato
israeliano. Ai suoi commenti si sono contrapposti quelli dell'Olp che oggi ha invece espresso vivo compiacimento per le posizioni espresse dal Sinodo. Ayalon si è detto peraltro «scandalizzato» dall'affermazione del vescovo melchita di Boston Cyril Salim Bustros
(non contenute nei documenti ufficiali del Sinodo) secondo cui
Israele si rifarebbe al concetto biblico di Terra Promessa per
giustificare i diritti territoriali degli ebrei ed «espellere i
palestinesi». Parole da cui il dicastero degli Esteri israeliano ha chiesto alla Santa Sede di «distanziarsi» chiarendo come simili toni «non rappresentino la posizione ufficiale del Vaticano». Sulla stampa israeliana i lavori del Sinodo non hanno avuto una eco particolare. Il giornale che ha dato maggiore rilievo all'evento è stato Makor Rishon, un quotidiano con scarsa diffusione vicino al nazionalismo religioso ebraico. Il quotidiano in lingua inglese Jerusalem Post ha da parte sua riportato dichiarazioni dell'ambasciatore di Israele nella Santa Sede, Mordechai Lewi secondo cui le espressioni dell'arcivescovo Bustros « rappresentano un passo indietro rispetto a Concilio Vaticano II». Esprimendosi invece in totale sintonia con le tesi espresse nel Sinodo, il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat ha affermato che «Israele non può far ricorso a concetti biblici relativi alla Terra Promessa o al popolo eletto per giustificare poi rivendicazioni territoriali a Gerusalemme o nei Territori». Il documento espresso dal Sinodo, secondo Erekat, conferma che «Israele non può rivendicare Gerusalemme come città esclusivamente israeliana». «Ma i governi israeliani - ha replicato il portavoce del ministero degli esteri Yigal Palmor - non si sono mai serviti della Bibbia» per giustificare l'occupazione o il controllo di alcun territorio, inclusa Gerusalemme est (la parte a maggioranza araba della Città Santa, la cui annessione a Israele non è riconosciuta dalla comunità internazionale). Palmor ha poi respinto come «ingiusta e pregiudiziale» la retorica riecheggiata da parte di alcuni vescovi (in maggioranza arabi) presenti al Sinodo. Circa lo status di Gerusalemme le posizioni restano molto distanti. «La nostra visione - ha elaborato il portavoce palestinese - è di una città aperta e condivisa, la capitale di due Stati e di tre fedi, mentre nella visione israeliana è una città esclusivamente ebraica». Proprio oggi il governo israeliano, indipendentemente dalle polemiche sul Sinodo, ha approvato in via generale un pacchetto di incentivi e di investimenti volti a rafforzare la presenza israeliana in città. «Si tratta di un messaggio chiaro - ha precisato un ministro del Likud - che Gerusalemme non sarà mai spartita e che al suo interno non ci sarà altra sovranità che non quella israeliana». Secondo un deputato arabo israeliano, Taleb a-Sana, posizioni del genere rischiano adesso di «mettere fine alle speranze di pace» nella Regione.

lunedì 18 ottobre 2010

Sharon in coma. Polemiche sul ritratto

Desta polemiche in Israele l' esposizione in una galleria d'arte di Tel Aviv di una fedele riproduzione dell'ex premier Ariel Sharon mentre giace in un normale letto di ospedale, collegato a macchinari medici che in una stanza del tutto vuota emettono rumori soffusi. La statua realizzata dallo scultore Noam Braslavsky si basa su informazioni da lui raccolte sulle condizioni fisiche di Sharon, che da quattro anni è ricoverato in un padiglione riservato di un ospedale di Tel Aviv. «Ho appreso che tiene gli occhi aperti e che non ha perso peso, e ho preparato la statua di conseguenza», ha spiegato l'artista. «Compito dell'arte è raggiungere aree che possono essere state rimosse dal pubblico». ha spiegato a sua volta la direttrice della 'Galleria di arte Kishon', Renana Kishon. «In Israele non c'è nessuno che almeno per una volta non abbia cercato di immaginarsi quale sia oggi l'aspetto esteriore di Sharon». Ma l'iniziativa ha suscitato indignazione nel partito Kadima, fondato da Sharon nel 2005. «Si tratta di una opera cinica, escogitata a fini pubblicitari», ha esclamato la parlamentare Ronit Tirosh. Omri Sharon, uno dei figli dell'ex premier, ha detto a sua volta di essere stato invitato alla apertura della mostra (fra alcuni giorni) e di non avere alcuna intenzione di presenziare. Nelle settimane scorse analoghe polemiche erano nate quando diversi artisti si erano esibiti con variazioni sul tema «Avigdor Lieberman», ossia sul controverso ministro degli esteri che guida il partito di destra radicale Israel Beitenu

martedì 12 ottobre 2010

Saviano difende Israele. E la Rete ora lo insulta

Roberto Saviano è intervenuto nell'ambito della maratona oratoria «Per la verità, per Israele», svoltasi a Roma giovedì 7 ottobre. Lo scrittore ha parlato delle sue origini ebraiche ed ha
indicato come via di soluzione per la crisi arabo-israeliana
la formula «due popoli, due democrazie». Il video dell'intervento postato su YouTube da RadioRadicale.it sta facendo il giro del web e ha raccolto finora settantatre pagine modello A4 di commenti, molti dei quali feroci e quasi tutti anonimi. «Io caro Saviano ti toglierei la scorta!! ci costi troppo e non ne vale la pena». Firmato «LovingDM», oppure JasminaLilit scrive: «Grazie Saviano perché finalmente abbiamo capito di che pasta sei fatto. Averlo
fatto prima però. La tua vera patria, quella dei nonni, quella del mito di Israele è quella che hai nell'anima. E i crimini contro l'umanità commessi da Israele non li denunci. Vergognati. Non ti credo più». «L'ebreo ammazza per gioco il non ebreo! fanno "schifo" ed anche averne 35mila solo in Italia da fastidio!» scrive Sordi4ever. Ancora «siete usciti dal verminaio! Tutti fuoriïÂ>>¿ a fare propaganda pro SION! senza vergogna». Malasorte666 scrive: «Finalmente il sionista schifoso si è palesato. Sto imbecille parla dei diritti dei gay quando un palestinese non ha uno
straccio di diritto già da prima del parto. Poveri noi...». Ancora un altro utente aggiunge «da piangere; un altro finto eroe della finta democrazia italiana! tutti ebrei, tutti filoisraeliani e Sionisti ! naturalmente da radioradicale la voce del padrone o del monte Sion!» un altro che si firma mrspezzonifilm accusa: «questi ebrei falsi! insopportabili! pagati! pagati! pagati! Pagati!». Il video è finito anche sulla pagina ufficiale di Roberto Saviano dove
alcuni dei suoi fans non lo hanno accolto con il consueto favore e affetto: «Gentile Roberto - scrive Grazia - vorrei conoscere il suo giudizio in merito all'arresto da parte della polizia israeliana del piccolo Mufid, un bambino palestinese di otto anni» oppure «Saviano vergognati. Vieni a fare un giro a Gaza per renderti conto della realtà di un tragedia. Sionista!» scrive Vittorio. RadioRadicale al di là della decisione di YouTube di rimuovere il video intende mantenerlo nella versione integrale dell'intero evento. Il video integrale e l'intervento di Saviano è accessibile anche dalla homepage RadioRadicale.it.

venerdì 8 ottobre 2010

Presi tre infiltrati nei kibbutz

Tre palestinesi di Gaza e infiltrati in territorio israeliano sono stati catturati da una pattuglia di confine. L'episodio è avvenuto all'altezza del Kibbutz di Kissufim. Intanto resta alta la tensione in Cisgiordania, dopo l'uccisione nella mattinata a Hebron da parte dell'esercito israeliano di due ricercati di Hamas. A Nebi Sallah una manifestazione palestinese di protesta è stata dispersa con la
forza da militari israeliani che, secondo fonti locali, hanno
anche anche sparato in aria. A Gerusalemme est sono segnalati sporadici lanci di pietre da parte di dimostranti palestinesi.

giovedì 7 ottobre 2010

Striscione a Ponte Milvio: "Rispetto per Ciarrapico"

Uno striscione con su scritto "Rispetto per Ciarrapico", firmato Area Azione, è stato affisso sui muri esterni dell'edificio sede della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione a lungotevere Maresciallo Diaz, a poche centinaia di metri dallo stadio Olimpico di Roma. Il senatore del Pdl era finito al centro delle polemiche la settimana scorsa per le dichiarazioni sul presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante il dibattito al Senato dopo il discorso del premier Silvio Berlusconi sui cinque punti del programma di governo. Ciarrapico aveva detto, riferendosi al copricapo maschile usato dagli ebrei: «Spero che Fini abbia già ordinato le Kippah. Perché è di questo che si tratta. Chi ha tradito una volta tradisce sempre».

lunedì 4 ottobre 2010

A letto col nemico. Il rabbino Ari Shvat: si può fare

E' "kosher" andare a letto con il nemico per carpirgli notizie vitali per la sicurezza di Israele. E' il parere del rabbino Ari Shvat, esperto in legge ebraica, che ha definito "accettabile" fare sesso con "terroristi" al fine di ottenwere informazioni che portino al loro arresto. Lo studio del rabbino, che si riferisce
esclusivamente alle agenti donne, e' stato pubblicato su una rivista specializzata di un istituto di studi religiosi. Il rabbino si riferisce all'episodio biblico in cui donne si concedevano ai nemici per spionaggio, e aggiunge che "è meglio affidare queste missioni a donne licenziose". Nel caso in cui la donna dovesse sposare un nemico combattente, Shvat suggerisce che prima divorzi dal vero marito. Il parere sembra rivolto direttamente, e pubblicamente, al Mossad e costituisce un'eccezione alle tradizionali proibizioni religiose dell'inganno e del sesso fuori dal matrimonio.