domenica 30 maggio 2010

La corsa di Bartali contro il razzismo


È giunto in questi giorni allo Yad Vashem di Gerusalemme una prima testimonianza dell'impegno del grande ciclista Gino Bartali nel salvataggio di alcune centinaia di ebrei italiani dall'Olocausto, un'informazione sulla quale da tempo sta lavorando la storica Sara Funaro, ma che finora non era stata suffragata da riscontri diretti.
La testimonianza è a firma di Giulia Donati, fiorentina residente in Israele, la quale ha ricordato, in una memoria inviata allo Yad Vashem, che il ciclista avrebbe aiutato la sua famiglia recapitando, nascosti nel sellino e nel manubrio della sua bicicletta, documenti falsificati. Secondo quanto risulta dalle ricerche della Funaro il ciclista avrebbe approfittato dei suoi giri di allenamento tra Toscana e Umbria per fare la sua parte in una rete di salvataggio che portò in salvo circa 800 ebrei, con base al convento di suore di san Quirico. Ora, per avviare la procedura che porterà Bartali a segnare un nuovo traguardo nella sua storia, manca solo una nuova testimonianza.

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