lunedì 14 giugno 2010

Il boicottaggio contagia Israele. Via la Turchia dagli scaffali dei market


Il deterioramento dei rapporti tra Turchia e Israele approda sugli scaffali dei supermercati di Gerusalemme e Tel Aviv. È da qui, infatti, che è partita una campagna per il boicottaggio dei prodotti made in Turchia. Diverse catene alimentari hanno annunciato che non lavoreranno più con i fornitori turchi. Tra questi vi sono Blue Square, Mega e Mega Bul stores, che importano farina e pasta dalla Turchia per i prodotti venduti con il loro marchio. «La catena Mega ha ascoltato la voce della gente e ha deciso di interrompere l'importazione di farina e pasta che venivano prodotti in Turchia (e rivenduti in Israele, ndr) con il proprio marchio, e sta cercando un'alternativa», ha annunciato 'Blue Squarè. Rami Levy, proprietario dell'ominima catena di supermarket, ha deciso di interrompere qualsiasi rapporto commerciale con Ankara perché, «per ragioni ideologiche e di coscienza, è inaccettabile per noi non fare niente quando i turchi si comportano in questo modo. È il minimo che possiamo fare». Levy, che con il suo marchio importava prodotti dalla Turchia, dice ora di «poter facilmente importare piatti dalla Cina, pasta dall'Italia e troveremo qualcun altro da cui importare ketchup».

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