giovedì 24 giugno 2010

In 5 mila al Colosseo per Gilad Shalit libero


«Roma per Shalit». È scritto così accanto alla grande foto di Gilad Shalit posizionata sul palco proprio ai piedi del Colosseo. Shalit è il soldato israeliano che il 24 giugno di 4 anni fa è stato fatto prigioniero dai terroristi di Hamas e che ancora oggi è sequestrato e tenuto in ostaggio. Roma, le sue istituzioni e la Comunità ebraica si sono strette questa sera intorno a Shalit e alla sua famiglia, con in testa il padre Noam. Tanta gente, gli organizzatori hanno parlato di 5mila persone, è accorsa questa sera sotto il Colosseo per chiedere la liberazione di Shalit. Bandiere con la stella di David e musiche israeliane hanno riempito il piazzale tra l'Arco di Costantino e l'Anfiteatro Flavio che alle 11 in punto è rimasto completamente al buio. Alla manifestazione hanno partecipato il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, quello della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il rabbino capo, Riccardo Di segni, il presidente della comunità ebraica, Riccardo Pacifici, il presidente dei giovani ebrei italiani, Giuseppe Piperno, il presidente del Benè Berith Giovani, Angelo Moscati, il ministro Andrea Ronchi, il presidente dell'Udc, Lorenzo Cesa e i bambini della scuola Polacco. Una serata per combattere l'indifferenza. Sullo schermo sono state trasmesse le immagini di un video di Shalit girato dalla prigionia. «L'affetto che Roma prova per Gilad è grande», ha detto Piperno. Gilad Shalit è stato poi proclamato presidente onorario del Benè Berith Giovani. Il sinadaco Alemanno ha detto: «Due anni fa si è avverato il sogno di dichiararlo cittadino onorario della Capitale, è un segnale profondo da un punto di vista politico e un modo per rendere più giusta questa città. Da quando la sua immagine è in Campidoglio i pacifisti a senso unico stanno lontani come gli ipocriti. Perché se non si rispettano giustizia e verità e tutti i popoli non si è degni di parlare di pace. Gilad ha il diritto di essere libero. Rappresenta la lotta quotidiana per la libertà e fino a quando Gilad non sarà libero non saremo degni di essere liberi. Fino a quando Israele sarà minacciato tutto l'Occidente sarà minacciato. Siamo con Gilad perchè siamo per la libertà di tutto il mondo». Prima del sindaco aveva parlato Di Segni: «Un prigioniero politico non è differente dagli altri ed è ora di farla finita con questa storia». Mentre Zingaretti ha affermato: «Siamo qui per lanciare un messaggio forte: nessuno faccia finta di sapere e di non vedere e soprattutto nessuno faccia finta di dimenticare Shalit. Si può dire di tutto sulle vicende di Gaza ma questa è chiarissima: Gilad non è un prigioniero di guerra ma un atto di terrorismo. Siamo qui per un ragazzo che è vittima di una vicenda barbarica. Gilad è un ragazzo che non c'entra nulla». A salire sul palco è stato anche il padre del ragazzo in mano di Hamas che ringraziando le istituzioni italiane e romane ha detto: «come da 4 anni Hamas viola le convenzioni di Ginevra e lo Statuto di Roma». Polverini ha detto invece che «siamo qui perchè vogliamo manifestare tutto il nostro affetto ai genitori per quello che questo atto di terrorismo gli sta facendo. Sono qui perchè sono cittadina di Roma e sono orgogliosa che Gilad ne è diventato un cittadino onorario».

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